Inizialmente i dispositivi Amazon che integrano l’assistente vocale Alexa sono stati usati più che altro come altoparlanti per diffondere la musica e per rispondere a domande del tipo “Che tempo farà domani?” o “Quali sono le notizie di oggi?”, con un’Alexa capace di capire abbastanza bene il linguaggio naturale e pronta a rispondere in buon italiano.
Ma il sistema di Amazon è molto di più è si sta rivelando un ottimo strumento per la gestione della casa intelligente, se collegato ai numerosi dispositivi smart che stanno invadendo il mercato. Così Alexa, con gli opportuni accessori, può accendere e spegnere le luci e gli elettrodomestici, azionare il riscaldamento, attivare le prese e tanto altro. Con comandi vocali impartiti da casa o da remoto, tramite il telefonino.
La nostra prova di Alexa
Ma funziona veramente Alexa per la domotica? Si trovano anche in Italia gli accessori e i dispositivi intelligenti? Sono facili da configurare? Fino a una settimana prima di imbarcarci nell’approntamento di una casa intelligente non sapevamo molto di Alexa e di domotica. E nulla sapevano i membri della famiglia allargata che avrebbero dovuto usare i nuovi sistemi, composta da una moglie resistente all’innovazione, un figlio di nove anni tendente al nerdismo, una suocera con la familiarità per la tecnologia di un sumero e una collaboratrice famigliare con poca dimestichezza con l’italiano.
In questo scenario possiamo affermare che l’installazione di Alexa e degli accessori è stata in linea di massima una passeggiata, mentre il variegato panorama degli utenti ha potuto sfruttare le nuove possibilità in base alle sue capacità e abilità, senza ostacoli. Così suocera e collaboratrice famigliare possono accendere o spegnere le luci con i normali interruttori di casa come se non fosse cambiato nulla, e il figlio può dire dal divano “Alexa, spegni la luce della mia cameretta”, “Alexa, metti la luce del soggiorno al 50%” o “Alexa, riproduci una canzone di Rovazzi”, mentre la moglie ha vinto ogni resistenza scoprendo quanto sia facile dire, ed essere obbediti, “Alexa, quali sono le previsioni del tempo per domani?” o “Alexa, svegliami alle sette di domani con Radio Italia”. Anche la signora che ci aiuta in casa si è resa conto che, prima di uscire, è comodo dire “Alexa, spegni tutte le luci” ed è fiera di essere capita.
I primi passi
È davvero facile configurare Alexa, ma per non fare errori nell’acquisto dei vari modelli di Echo e degli accessori è bene conoscere le basi del suo principio di funzionamento. Alexa è un assistente vocale che agisce in base a comandi impartiti a voce, trasmessi in un server europeo (in Italia per ora non ce ne sono), elaborati lì da una sofistica intelligenza artificiale e ritrasmessi nella nostra abitazione.
Se diciamo “Accendi la luce in soggiorno”, la nostra voce va a Francoforte (o in Inghilterra, Spagna, Francia…) prima di essere inviata alla lampadina dal nostro Wi-Fi di casa. In tempo praticamente reale, a patto che i server di Amazon funzionino. Altrimenti bisogna ricorrere al classico interruttore.
Durante tutto il periodo di prova i server non hanno risposto soltanto poche volte e per periodi limitatissimi. Gli Echo, se utilizzati per la domotica, devono dialogare con gli altri dispositivi intelligenti presenti in casa, che funzioneranno sicuramente bene solo quando riportano la scritta “Works with Amazon Alexa”.
Perché questi dispositivi possano essere gestiti da Alexa è necessario che il produttore, oltre all’applicazione che consente di settarli e comandarli direttamente, abbia predisposto una skill in italiano per Alexa. Le skill sono piccoli programmi che permettono ad Alexa di riconoscere i comandi vocali.
Ce ne sono già di ogni genere, da quelle per connettere i dispositivi per la casa intelligente a quelle che semplicemente consentono ad Alexa di capire che vogliamo ascoltare una radio o conoscere il significato di una parola contenuta nel vocabolario della Treccani.
Qui potete trovare un elenco delle skill in continuo aggiornamento. Prima di acquistare qualsiasi cosa accertatevi dunque che sia predisposta per Alexa e che abbia una skill in italiano. In secondo luogo, altrettanto importante, accertatevi se l’accessorio che state per comperare possa dialogare direttamente con il vostro Echo o abbia bisogno di un altro accessorio fornito dal produttore, chiamato hub o bridge.
Di solito è un dispositivo che si collega con il router di casa e che ha il compito di fare da ponte tra gli accessori di quel produttore e Alexa. Ma ora, per capire meglio andiamo sul pratico e sulla nostra prova.
Scegliere Echo e configurarlo
Attualmente i dispositivi Amazon con integrata Alexa disponibili in Italia sono Echo (seconda generazione), Dot (terza generazione), Spot (prima generazione) e Plus (seconda generazione). Qui potete trovare i prezzi. La scelta migliore, secondo noi, per la domotica è rappresentata dai Dot, che nonostante siano piccoli ed economici hanno una discreta qualità di riproduzione del suono.
Gli Echo normali hanno un suono migliore, ma costano di più e non consigliamo di sceglierli perché si possono sempre collegare altoparlanti esterni a ogni tipo di Echo via cavo o Bluetooth. Lo Spot è invece uno sfizio, perché ha display al quale si può benissimo rinunciare. Echo Plus ha l’unico vantaggio che integra anche un hub basato sulla tecnologia ZigBee, che è diventato uno standard per la domotica e quindi può gestire molti dispositivi di altri fornitori senza bisogno di comperarne uno separato (brige).
Costa però tanto e, come vedremo, in molti casi conviene prendere i kit dei vari produttori che comprendono già il loro hub/bridge. Noi abbiamo scelto di comperare uno Spot per il soggiorno e un Dot per la zona notte, in modo da poter impartire i comandi praticamente da ogni stanza della casa. Abbiamo comperato anche un secondo Dot, che useremo più avanti per riprodurre musica stereo (gli Echo singoli sono monofonici).
Arrivati gli Echo, abbiamo scaricato prima di tutto da Google Play l’app Alexa per dispositivi Android, ma è ovviamente disponibile anche per iOS. Seguendo le istruzioni sull’app abbiamo fatto funzionare in meno di tre minuti i nostri dispositivi.
Anche gli altri membri della famiglia possono scaricare l’app, facendo attenzione ad accedere con l’account di chi l’ha registrato e inserendo il proprio nome quando Alexa chiede chi la sta usando. Gli Echo e tutti gli altri apparati per la domotica, dalle lampadine agli interruttori, devono essere connessi sotto la stessa rete Wi-Fi di casa. Gli Echo possono essere connessi sia alle reti da 2,4 GHz sia a quelle 5 GHz, ma la maggior parte degli accessori funzionano soltanto con le reti da 2,4 GHz. Assicuratevi che abbiate quest’ultima frequenza abilitata sul router o sul modem.
E luce sia
Adesso che Alexa funziona, abbiamo iniziato la “domoticizzazione” della nostra casa. A questo link Amazon riassume, nella pagina intitolata Alexa e la casa intelligente, tutti i prodotti “per controllare la tua casa utilizzando il controllo vocale o il tuo smartphone”, e in una sezione apposita ci sono le lampadine e gli interruttori.
Per le lampadine abbiamo scelto le Hue di Philips. Dal momento che i nostri Echo non integrano il bridge, abbiamo comprato il kit che comprende due lampadine E27 (l’attacco standard grande) e un bridge da collegare al router. Abbiamo poi preso altri due kit da due lampadine l’uno, ma senza il bridge perché quello che abbiamo preso con il kit può comandare tutte le luci di casa.
Il primo passo da fare è scaricare l’app di Philips che si chiama Philips Hue da qui (per Android) o da qui (per iOS), collegarsi con il Wi-Fi di casa e registrarsi sul sito di Philips. Questa applicazione e tutte le altre di cui parleremo più avanti richiedono di registrarsi e in questa fase si può decidere anche se e come usarle quando non siamo in casa. Non vi guidiamo passo a passo per l’installazione, perché le istruzioni sono chiarissime.
Dovrete semplicemente scegliere il nome per ogni stanza e dire quale lampadina avete installato in quell’ambiente. Vi consigliamo di installare e settare una lampadina alla volta, per evitare che le confondiate e accendiate la luce del bagno al posto di quella nella cameretta.
Fatta questa operazione, e premuto il pulsante di accoppiamento sul bridge di Philips, vi accorgerete che l’app di Alexa ha trovato le nuove lampadine e, scaricando la skill di Hue, potrà gestirle senza problemi.
Potrete semplicemente dire “Alexa, accendi la luce del soggiorno”, dimenticandovi dell’app di Philips fino a quando non installerete nuove luci o vorrete aggiungere funzionalità più complesse che Alexa non può gestire, come la programmazione a distanza. Abbiamo cambiato le lampadine di cucina, soggiorno, camera, cameretta e bagno. Come tutti i dispositivi smart, anche le lampadine dovranno aggiornare il firmware e ci vorrà un po’ di tempo per scaricarlo e installarlo.
È comunque una cosa automatica e ci accorgeremo della procedura soltanto perché le lampadine in questa fase possono accendersi e spegnersi automaticamente. Non abbiamo cambiato gli interruttori, per praticità. Le luci si possono accendere e spegnere normalmente dai comandi tradizionali a parete, ma Alexa può gestire l’illuminazione ovviamente soltanto quando gli interruttori sono su on.
Basta abituarsi a fare due click sull’interruttore per accendere la luce se è stata precedentemente spenta da Alexa. Si possono comunque comprare interruttori da parete touch predisposti per Alexa. Un vantaggio ulteriore è rappresento dal fatto che l’intensità della luce è regolabile con la voce, indicando ad Alexa la percentuale di illuminazione per ogni lampadina: “Alexa, abbassa del 50% la luce in cucina”.
Gli interruttori
A questo punto siamo passati agli interruttori, perché volevamo che dispositivi come la stufa elettrica, la macchina per il caffè e il televisore si accendessero tramite comando vocale. Si può scegliere tra varie tipologie, come le prese passanti o quelli da montare in linea sul filo del dispositivo.
Abbiamo scelto, perché costavano poco e le recensioni erano buone, quattro interruttori universali intelligenti della Meross, anche perché non richiedono un bridge e sono individuati automaticamente da Alexa una volta installati.
Ci sono ottimi interruttori anche di altre marche, come quelli di Sonoff. Abbiamo scaricato la relativa app di Meross (qui per Android e qui per iOS) e attivato la loro skill sull’app Alexa. Tutto bene, ma ci siamo accorti che in molti casi erano inutili, come nel caso della macchinetta del caffè o del televisore. È vero che questi dispositivi si accendono con comando vocale, ma si si posizionano in standby e quindi non serve a nulla.
Per il televisore abbiamo percorso un’altra strada, come vedremo più avanti, e delle quattro prese comperate ne abbiamo usata una sola, per il momento, per rendere intelligente la lampada da scrivania nello studio. Una soluzione migliore, rispetto all’acquisto di una lampadina perché quelle con l’attacco piccolo sono molto costose al momento. L’unico inconveniente è che con il comando “Alexa, accendi tutte le luci della casa” si accenderanno solo quelle Philips e non quelle comandate da interruttori come quelli di Meross.
Abbiamo deciso di comperare una ciabatta smart per collegare la stufa elettrica, le luci dell’albero di Natale e le altre luci natalizie. Siamo andati sul risparmio e abbiamo scelto una ciabatta senza marca da 10 euro.
Funziona perfettamente ed è arrivata in pochi giorni, ma non vi diamo il link perché al momento di scrivere questo articolo ci siamo accorti che non è più in vendita. Scrivendo su Amazon le parole chiave “ciabatta” e “Alexa” si trova un’abbondante scelta di dispositivi di questo genere.
Funzionano tutti allo stesso modo: si può dare un nome alla ciabatta e alle singole prese e l’app di Alexa le riconoscerà, dopo aver ovviamente scaricato l’app del produttore e la sua skill (accertatevi, come il solito, che ci sia). Nel nostro caso è andato tutto liscio e con “Alexa, accendi la stufa” si attiva solo la presa relativa. Nell’ottica di non avere troppe applicazioni separate, potreste scegliere una ciabatta di Meross, visto che se ci avete seguiti fino a ora avete già quell’applicazione.
Il riscaldamento
Dopo aver pensato alle luci e agli interruttori, il vero beneficio di una buona domotica è dato dal fatto di poter gestire l’impianto di riscaldamento. Chi ha un impianto autonomo con una qualsiasi caldaia, di vecchia o nuova generazione, può intervenire semplicemente sostituendo il vecchio termostato con un modello smart. Si può anche scegliere di mettere teste termostatiche intelligenti sui singoli termosifoni, ma è più laborioso.
Prima di acquistare il nuovo termostato è opportuno aprire la scatola di derivazione che contiene quello vecchio. Se arrivano solo due fili, vuol dire che sono quelli che accendono e spengono la caldaia e allora dovremo acquistare un termostato con batteria incorporata. Se arrivano quattro fili, gli altri due sono quelli concepiti per alimentare il termostato e allora potremmo scegliere se prenderne uno alimentato a batteria o dalla rete domestica.
Nel nostro caso arrivavano soltanto i due fili di accensione e allora abbiamo scelto, tra i vari modelli disponibili, quello che ci è sembrato più conveniente per il rapporto qualità/prezzo, per l’estetica e per la facilità di montaggio. Si tratta del termostato intelligente Tado nella versione Kit di Base V3+.
La versione 3 e la 3+ si equivalgono, a parte qualche dettaglio che riguarda più che altro funzionalità aggiuntive legate al benessere ambientale, ma è importante acquistare il kit di base e non solo il termostato, perché comprende il bridge da collegare al router e necessario per il funzionamento. Si collega il termostato ai due fili della caldaia e il gioco è fatto. Solita routine per scaricare la sua app qui per Android e qui per iOS e configurare il termostato. Una volta attivata la skill Tado dall’app Alexa, si potrà gestire il riscaldamento anche con comandi vocali come “Alexa, imposta la temperatura a 22 gradi”. Tramite app si può programmare il termostato in maniera molto intuitiva.
Lo scoglio del televisore
Abbiamo lasciato per ultimo il nostro desiderio di accendere con un comando solo il televisore (Samsung), l’amplificatore dell’home theatre (Yamaha) e il decoder Q di Sky. Come abbiamo visto, è inutile agire sulle prese perché questi apparati si accendono in standby e hanno bisogno di un’altra azione, sul dispositivo o mediante il telecomando, per attivarsi completamente.
Arriveranno a breve apparati che integrano le funzionalità di Alexa, ma per il momento sono pochi, cari e comunque non sono quelli che abbiamo in casa al momento di questa prova. La soluzione che abbiamo trovato non è elegantissima, ma funziona abbastanza bene. Abbiamo comperato per 20 euro un dispositivo che si chiama Broadlink RM-Mini3, il cui mestiere principale sarebbe di sostituire i telecomandi a infrarossi (solo quelli che lavorano su frequenza di 433 MHz) che pilotano televisori, amplificatori e compagnia bella.
Una volta programmato, grazie anche a un database di migliaia di dispositivi, si può evitare di usare ogni singolo telecomando perché le funzionalità vengono inglobate dall’app Intelligent Home Center For EU da scaricare su smartphone seguendo questo link per Android e questo link per iOS. Attenzione, non usare l’app e-Control e nemmeno Intelligent Home Center (senza For EU) anche se sono suggerite nel manuale, perché nel frattempo sono state sostituite per l’Europa da Intelligent Home Center For EU, l’unica che funziona.
Dall’app di Broadlink si scelgono i telecomandi da sostituire, pescandoli da database interno o impostando manualmente le varie funzioni facendo clic sui vari tasti del telecomando e sui corrispondenti tasti nell’app.
In realtà noi non volevamo sostituire i telecomandi, ma con questa operazione e attivando nell’app di Alexa la corrispondente skill, siamo riusciti ad comandare l’accensione e lo spegnimento di televisore, decoder Sky e amplificatore. Ognuno di essi è stato riconosciuto automaticamente da Alexa come nuovo dispositivo.
Abbiamo creato un gruppo inserendoli tutte e tre in modo da gestirli con un unico comando, che abbiamo chiamato Video. Può capitare che a volte Alexa non riesca a trovare subito i dispositivi settati con Broadlink o che improvvisamente non riesca a gestirli. L’app e la skill di Broadlink sono ancora immature in questa fase iniziale. La società cinese ha da poco implementato il collegamento con Alexa e i suoi server a volte non dialogano bene con quelli di Amazon, anche a causa dell’alto numero di dispositivi venduti. Errori di gioventù.