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Prezzario digitalizzato e contratti pubblici al tempo del Bim

Il tema del prezzario appare essere oggi prioritario per le amministrazioni pubbliche e, in particolare, per le stazioni appaltanti e per le amministrazioni concedenti. Accanto a esso, in quanto tale, sorge la questione della sua relazione con la digitalizzazione.

Per comprendere meglio l’argomento, occorre osservare come sia in atto uno sforzo, a livello comunitario, di trasferire, anzitutto, in ambito digitale, i contenuti delle norme armonizzate relative alla CPR, vale a dire alla regolamentazione del marchio CE per quanto riguarda i prodotti da costruzione, sforzo che è stato riportato in termini pre-normativi all’interno del CEN, a livello europeo.

Lo stesse ente sovranazionale di normazione sta operando attivamente, nel TC 442, per definire i cosiddetti Product Data Template, cioè le strutture uniformi di (meta)dati che dovrebbero presiedere alla offerta informativa tecnica dei produttori.

Analogamente, l’UNI sta rivedendo, entro la serie normativa UNI 11337, i disposti normativi pertinenti allo stesso tema.

Tutto ciò si rapporta con la diffusione crescente delle BIM Library, delle piattaforme digitali in cui i produttori, oltreché sui propri siti web, mettono a disposizione degli operatori i propri «oggetti», ovverosia il proprio catalogo merceologico.
In definitiva, l’aspirazione che si vorrebbe conseguire digitalmente sarebbe, in primo luogo, quella di mettere a disposizione del mercato dati omogeneamente strutturati che permettano di effettuare una comparazione diretta affidabile tra materiali, prodotti semilavorati o componenti edilizi o impiantistici, nonché di stabilire un nesso univoco tra di essi e le voci di prezzario, dei documenti di preventivazione e delle clausole tecniche capitolari.

Le modalità, di carattere tassonomico, inerenti ai sistemi di classificazione e di codificazione più opportuni, sono ancora oggi oggetti di discussione e, in ogni caso, molta parte dell’attività normativa per propria natura dovrebbe non trasformarsi in cogenza legislativa.

La scommessa chiama in causa  del resto, le tecnologie utilizzate per collegare e per sincronizzare basi di dati eterogenee, permettendo, in via semantica, interrogazioni ed elaborazioni finalizzate a supportare le scelte progettuali.

È, comunque, evidente che si sia in presenza, dal punto di vista delle BIM Library, di una evoluzione che, da luogo espositivo, le renda veri e propri digital marketplace.
Sotto questo profilo, una obbligatorietà nella configurazione digitale del prezzario (e delle corrispondenti analisi) favorirebbe l’anelito in precedenza delineato, tenendo presente che se, di primo acchito, gli intenti pre-normativi e normativi riguardano una certa simmetria informativa relativa alla scelta da parte degli operatori tra offerte merceologiche comparabili, in prospettiva, il valore dei dati contenuti negli oggetti BIM (un tempo si sarebbe detto nelle schede tecniche di prodotto) non solamente diverrebbe più impegnativo per i produttori e per i distributori in caso di adozione degli smart contract, ma, soprattutto, allorché, in termini performance-based, i prodotti fossero sensorizzati e interconnessi, il sistema di responsabilità sulle pattuizioni contrattuali potrebbe essere completamente snaturato.

Si pone, perciò, in rapporto alle attività pre-normative e normative, l’interrogativo sulla necessità di imporre precisi modelli e strutture di dati per il nuovo prezzario, che ne consentano un diretto e univoco collegamento con i documenti contabili di progettazione e di direzione dei lavori, con le condizioni tecniche dei capitolati speciali di appalto e con le strutture di scomposizione delle BIM Library, pubbliche e private, generiche o societarie.

Questo allineamento, di per sé assai impegnativo per molteplici ragioni, culturali ed economiche, richiede, inoltre, una riflessione proprio sulle BIM Library. Esse, come detto, anzitutto, stanno migliorando le proprie prestazioni in termini espositivi, quasi a succedaneità degli eventi fieristici, attraverso, a titolo esemplificativo, il ricorso alla realtà immersiva e a modalità avanzate di marketing digitale.

In particolare, però, a iniziare dall’aggiornamento di cataloghi e di listini, è la loro crescente propensione a divenire dispositivi legati alle transazioni commerciali a indurre una evoluzione attinente ai sistemi di profilazione degli operatori che correntemente le utilizzano.
Il meccanismo che origina da una scelta progettuale riflessa pure nel collegamento instaurato tra i modelli informativi corrispondenti e il prezzario digitalizzato non appare affatto innocuo, poiché potrebbe, anche alla luce di ciò che si dirà, dipendere da una serie di orientamenti e di condizionamenti esercitati sui professionisti che agiscono per conto delle stazioni appaltanti e delle amministrazioni concedenti.

Nel momento in cui, infatti, una BIM Library diviene un digital marketplace, le data analytics che essa può impiegare possono, infatti, propendere per l’uso di algoritmi raccomandativi in grado di orientare le scelte degli operatori medesimi.

Il che, inoltre, spinge a domandarsi se queste piattaforme si limiteranno, ad esempio, a facilitare le transazioni commerciali B2B già diffuse nelle aste elettroniche legate alle catene di fornitura di appaltatori e di concessionari, oppure diverranno soggetti disintermediatori e configuratori in grado di sostituire i distributori commerciali e di creare anche nuovi assetti nell’ambito dei produttori, specie in termini di industrializzazione edilizia.

Ovviamente, il tema riguarda anche i lavori privati. Ciò, peraltro, avviene in concomitanza del proliferare di BIM Server che, più o meno gratuitamente, consentono agli operatori di ottenere, ad esempio, servizi di preventivazione finalizzati alla redazione di computi metrici estimativi alimentati dai modelli informativi, potendo, in cambio, esercitare una azione di business intelligence relativa alle tendenze in atto sui mercati specifici.

Da queste considerazioni, si può facilmente comprendere come la committenza pubblica, a partire dal prezzario, agendo su documenti contabili e su clausole tecniche, sia, in futuro, il motore primo di meccanismi negoziali complessi, in cui l’aspetto numerico, computazionale, è destinato a conferire maggiore precisione e certezza a prescrizioni e ad accertamenti di conformità, ma, al contempo, imporrà processi decisionali più rigidi, meno alterabili.

La definizione del prezzario digitalizzato, oltre a confrontarsi con difficoltà tecnologiche, ha, perciò, a che fare principalmente con ostacoli culturali e con convenienze specifiche che devono essere preventivamente chiarite.

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