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BIM4PA: un Manifesto

Il manifesto italiano per il Bim nella Pubblica amministrazione in nove punti: il contesto strategico, il progetto organizzativo, gli strumenti digitali di committenza, l’ecosistema digitale di gestione degli endoprocedimenti, il contesto giuridico-contrattuale, l’istruttoria e la verifica del progetto, la transizione dalla progettazione esecutiva alla progettazione costruttiva, le vite utili dei beni e la loro valorizzazione, l’edilizia privata.

A) Il contesto strategico

L’introduzione della gestione delle informazioni supportata dalla modellazione informativa, prevista dal D.Lgs. 50/2016 e s.m.i., contemplata in dettaglio dal DM 560/2017, o meglio l’adozione della gestione dei procedimenti tecnico-amministrativi relativi ai contratti pubblici supportati dalla gestione delle informazioni, avviene in un contesto problematico a causa della frammentazione della Domanda Pubblica, della età media relativamente avanzata degli organici, dello scarso ricambio generazionale, della carenza di risorse economico-finanziarie necessarie.
Occorre, pertanto, che sia messa a punto una strategia mirata non solo a stanziare gli opportuni investimenti, bensì, anche, e soprattutto, a riconfigurare i caratteri strutturali delle stazioni appaltanti e delle amministrazioni concedenti, entro la più vasta azione di digitalizzazione della pubblica amministrazione.
In materia resta, infatti, irrisolta la questione inerente alla aggregazione delle committenze pubbliche e alla loro qualificazione.

B) Il progetto organizzativo

È auspicabile che l’atto organizzativo, vale a dire la linea guida strategica della amministrazione pubblica inerente alla digitalizzazione dei processi organizzativi, sia definito preliminarmente a ogni avvio di applicazioni pilota sperimentali, avvenendo, di conseguenza, con congruo anticipo rispetto alla decorrenza dell’obbligo di competenza dettato dal DM 560/2017 per la tipologia e la natura di lavoro prevista al 1 Gennaio dei diversi anni di obbligo progressivo.
Tale rivisitazione dei processi aziendali deve possibilmente ricomprendere tutte le unità organizzative e tutti gli endoprocedimenti coinvolti, eventualmente integrando altri sistemi di gestione già presenti.
Di conseguenza, i programmi di formazione e i piani di investimento dovranno discendere dalla riconfigurazione dei processi organizzativi, poiché abilità, conoscenze e competenze in materia di digitalizzazione, regolate dalla norma UNI EN 11337-7, così come gli strumenti da impiegare, dipendono dalle mappe di processo e dalle procedure di gestione da adottare.
Il che deve avvenire entro il programma pluriennale definito dalla amministrazione.

C) Gli strumenti digitali di committenza

È fondamentale che la committenza pubblica acquisisca e padroneggi gli strumenti e i dispositivi digitali propri alla sua funzione, differenti da quelli tradizionali di produzione dei modelli informativi: che sono attinenti alla simulazione delle attività da ospitare nei cespiti, alla caratterizzazione degli spazi e dei flussi inerenti, alla definizione dei modelli e delle strutture di dati finalizzati al ciclo di vita utile dell’opera commissionanda, al controllo e alla verifica in tempo reale degli obiettivi e dei requisiti formulati.
È, altresì, determinante che la redazione del capitolato informativo avvenga contestualmente e in stretta sinergia con il documento di indirizzo preliminare, già documento preliminare alla progettazione, cosicché i flussi informativi e i processi decisionali, tipici del Programme, Portfolio & Project Management, siano resi coerenti.
Il processo di redazione del capitolato informativo, così come previsto dalle norme UNI EN ISO 19650, si articola, infatti, nella definizione dei requisiti informativi attinenti alla organizzazione (alle attività da svolgere e ai servizi da erogare), alla gestione patrimoniale (con particolare riferimento alla manutenzione e alla gestione del cespite), al procedimento specifico e, infine, ai requisiti informativi peculiarmente presenti nella fase a evidenza pubblica, come richiesta speculare all’offerta e al piano di gestione informativa.
È da notare che nel capitolato informativo deve essere contenuto il modello informativo relativo allo stato dei luoghi, riallacciandosi al sistema di gestione del patrimonio disponibile e indisponibile.
Utili riferimenti possono essere ulteriormente reperiti nelle norme della serie UNI 11337, in parte in fase di revisione, così come, in futuro, da altre norme UNI EN.

D) L’ecosistema digitale dì gestione degli endoprocedimenti, di aggiudicazione delle procedure competitive e di esecuzione dei contratti

I processi relativi ai servizi di acquisizione dei servizi e dei lavori, nonché alla esecuzione del contratto, dovrebbero avvenire entro un ambiente di condivisione dei dati, a oggi regolato dalle DIN SPEC 91391-1 e -2, in attesa della futura norma UNI EN in gestazione.
Tale ambiente, attualmente coincidente con un sistema evoluto di gestione dei documenti, rappresenta sempre più l’ecosistema digitale in cui, oltre ai modelli informativi, dovrebbero essere amministrati tutti i flussi informativi e tutte le transazioni informative corrispondenti a dati numerici o meno, strutturati e non strutturati, geometrico-dimensionali e alfa-numerici.
Per prima cosa, entro l’ambiente di condivisione dei dati, l’amministrazione pubblica predisporrà le istruttorie di richiesta dei propri livelli di fabbisogno informativo e di precisazione degli obiettivi della gestione delle informazioni, a cui seguiranno le attività di controllo e di verifica dei modelli informativi.
Successivamente, i modelli informativi potranno essere utilizzati computazionalmente, ad esempio, per analizzare comparativamente le offerte, specialmente tecnico-metodologiche, ovvero per gestire gli endoprocedimenti inerenti alle procedure espropriative.
Oltre alle classiche attività di controllo e di verifica, vi è la possibilità di svolgere, da parte della Domanda, azioni di analisi dei dati contenuti nei modelli informativi e nelle transazioni informative al fine di comprendere meglio le relazioni che intercorrono sul versante dell’Offerta (Business Intelligence).
Per queste ragioni, è fondamentale che l’ambiente di condivisione dei dati, dell’organizzazione intera e del singolo procedimento, sia direttamente sotto il controllo della stazione appaltante o della amministrazione concedente.

E) Il contesto giuridico-contrattuale

L’elemento maggiormente caratterizzante la gestione delle informazioni riguarda l’opportunità di condividere, tra la Domanda e l’Offerta, intesa, quest’ultima come intera catena di fornitura, modelli e strutture di dati, possibilmente entro accordi collaborativi, concepiti specificamente per agevolare e per abilitare tale condizione nel governo della rete sistemica dei contratti veri e propri.
Di là di ciò, molti sono gli aspetti giuridico-contrattuali caratterizzanti il procedimento tecnico-amministrativo supportato dalla gestione delle informazioni che presuppongono una specifica trattazione negli schemi e nei testi di contratto: dalla tutela della proprietà intellettuale alla riservatezza e alla sicurezza dei dati, inclusi i diritti di accesso all’ambiente di condivisione dei dati, già fonte di contenzioso a livello internazionale.
Più in generale, le logiche sottese ai processi digitali e alle transazioni a essi connesse implicano profondi mutamenti dei quadri convenzionali, costringendo a rivedere molti assunti in precedenza dati per scontati.
Tipico è il fatto che gli erogatori dei servizi di architettura e di ingegneria consegnino sovente alla committenza elaborati documentali tratti dai propri modelli informativi solo dopo averli privati dei dati sensibili riconducibili alla proprietà intellettuale.

F) L’istruttoria e la verifica del progetto ai fini della validazione

La natura evoluta del documento di indirizzo preliminare abilitato digitalmente (computazionalmente) dal capitolato informativo rende necessario un approccio alla verifica e alla validazione dei progetti che non si limiti alle consuete attività di controllo e di verifica contestuale dei modelli informativi, peraltro non esauribili nei contenuti di questi ultimi, ma gestibili in futuro nell’ambiente di condivisione dei dati.
La opzione ulteriore appare, in effetti, quella relativa alla possibilità, nei limiti della tutela della riservatezza dei dati riferita, in primo luogo, all’ambiente di condivisione dei dati, di utilizzare strumenti analitici dei dati per comprendere le dinamiche coinvolgenti le diverse compagini progettuali.

G) La transizione dalla progettazione esecutiva alla progettazione costruttiva e la gestione dell’ufficio di direzione dei lavori o della commissione di collaudo

I modelli informativi, così come sono messi a disposizione dalle committenze pubbliche alle imprese appaltatrici e ai concessionari, riflettono strutture logiche tipiche della cultura professionale dei progettisti, finalizzate alla descrizione/prescrizione dei contenuti analitici del progetto.
Esse, tuttavia, non tengono spesso abbastanza in conto le razionalità dei soggetti preposti alla realizzazione dei lavori, cosicché i modelli informativi, spesso già disponibili, sia pure in formati neutri, in maniera alterata, debbano essere non di rado riconfigurati radicalmente.
Nell’ottica delle norme UNI EN ISO 19650, si tratta per la Domanda Pubblica, di conservare, attraverso l’ambiente di condivisione dei dati (segnatamente tramite la determinazione delle finalità della modellazione informativa e dei livelli corrispondenti di fabbisogno informativo) una intelligenza delle transazioni che avvengono lungo la catena di fornitura, nella (contro) parte.
La transizione dei modelli informativi dalla progettazione esecutiva a quella costruttiva è, infatti, il momento in cui, per l’ufficio di direzione dei lavori, oltre che per il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione, e, successivamente, o contemporaneamente, per la commissione di collaudo, possono crearsi le maggiori asimmetrie informative e, di conseguenza, contrattuali.
La evoluzione del cantiere verso una gestione interamente digitale, basata sulle rilevazioni semi-automatiche di nuvole di punti e sulle sensorizzazioni di manodopera, di macchinari, di apprestamenti, non potrà che rendere la situazione più critica in assenza di un equilibrio iniziale.

H) Le vite utili dei beni disponibili e indisponibili e la loro valorizzazione

Il ciclo di vita utile dei cespiti immobiliari e infrastrutturali è l’elemento fondante l’approccio digitale alla gestione dei contratti pubblici.
Esso, in primo luogo, a partire dal processo di formazione del documento di indirizzo preliminare e del capitolato informativo ha, come elemento, principale la manutenzione, ovvero la Maintenance.
Ciò richiede, tuttavia, che vi sia una anagrafe digitale del patrimonio strumentale o meno, accompagnata da un ecosistema di Facility Management, in vista di una valorizzazione che, tuttavia, non riguarda solo la alienazione potenziale dei beni disponibili.
La digitalizzazione riguarda, infatti, anche le Operations, vale a dire l’esercizio e la gestione e l’esercizio dei cespiti che si estende anche alla qualità, alla sicurezza e alla produttività dei servizi erogabili dalla amministrazione pubblica.
È evidente come i modelli informativi disponibili al completamento dei lavori e al termine della eventuale fase di collaudo debbano evolversi verso la configurazione del Digital Twin, o almeno degli As Built, o per meglio dire, dei modelli informativi attinenti allo stato attuale del patrimonio, sotto il governo della committenza pubblica.
Il corredo informativo diviene, infatti, contrattualmente parte del valore del cespite operabile, funzionante.

I) L’edilizia privata

Di là dell’ambito dei contratti pubblici, la digitalizzazione, entro una strategia di progressiva traduzione dei vincoli legislativi e regolamentari in un linguaggio leggibile dalla macchina, si propone di efficientare i processi autorizzativi e, in particolare, il rilascio dei titoli abilitativi relativi allo sportello unico dell’edilizia e a quello delle attività produttive.
Ciò comporta la semi-automazione delle attività istruttorie e deliberative, oltre alla possibilità prospettica di esercitare una sorveglianza in remoto e in tempo reale.

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