Il desiderio di automatizzare le clausole tecniche del capitolato speciale di appalto risale agli Anni Ottanta del secolo scorso.
Giovanna Guarnerio, presso il Politecnico di Torino, all’interno del Progetto Finalizzato Edilizia del CNR, condusse una ricerca scientifica in argomento assieme a Giorgio Bassi che, in quegli anni, lavorava alla Carnegie Mellon University a Pittsburgh con Chuck Eastman.
Ciò di per se stesso sarebbe sufficiente a spiegare il nesso che lega il Bim allo Specification Writing, anche se, a iniziare dall’America Settentrionale, la digitalizzazione dei capitolati speciali di appalto appare, comunque, procedere a rilento.
Di fatto, è evidente che se nel mondo analogico il capitolato speciale di appalto, nonostante la sua importanza in termini giuridico-contrattuali, abbia sempre goduto di scarsa attenzione da parte dei progettisti, non è che nell’universo digitale l’avvento dei modelli informativi abbia indotto grandi trasformazioni, a riprova del fatto che la digitalizzazione avviene precipuamente nei termini analogici.
Come è noto, le attribuzioni alfa-numeriche agli oggetti presenti nei modelli informativi dovrebbero riflettere specifiche professionalità presenti negli organismi di progettazione che testimonino la cura che il processo ideativo ha per le tematiche tecnologiche e per l’integrazione colle logiche produttive.
Le specifiche tecniche capitolari, ancorché espresse nei contratti pubblici in forme non limitative della libera concorrenza e della scelta, da parte dei soggetti appaltatori, tra opzioni equivalenti, appaiono, infatti, decisive per incrementare l’affidabilità delle previsioni tecnico-economiche e per permettere all’ufficio di direzione dei lavori di esercitare al meglio il proprio compito di accertamento della conformità tra il progetto esecutivo, il progetto costruttivo e l’as built.
Parimenti, alla stazione appaltante, i dati alfa-numerici servono, anzitutto, per vincolare le imprese offerenti a proporre soluzioni tecnologiche e condizioni credibili e per permettere alle commissioni aggiudicatrici di valutare più analiticamente le offerte tecniche.
Ovviamente, così come accade per le previsioni contabili, quelle tecniche devono scontare un difficile allineamento tra gli oggetti contenuti nei modelli informativi, la definizione delle loro modalità esecutive, la individuazione delle risorse indispensabili, in opera e fuori opera, che concorrono a realizzarle.
Ciò che deve essere chiaro a una committenza pubblica digitalizzata è che la configurazione dei contenuti alfa-numerici nei modelli informativi sia il riflesso esatto della capacità degli organismi di progettazione di dominare un processo ideativo non avulso dalle logiche realizzative, On Site od Off Site.
Se, infatti, ad esempio, con esiti alterni, si è posta molta enfasi sulla opportunità di trarre con precisione dai modelli informativi i contenuti dei computi metrici, raramente ci si è posti l’esigenza di trarvi «automaticamente» le clausole tecniche capitolari.
Se così fosse, peraltro, gli stessi modelli informativi messi a disposizione delle imprese candidate nel corso delle gare di appalto e successivamente delle imprese appaltatrici sarebbero di grande aiuto per gli interpelli e per la gestione della catena di fornitura.
Stesse considerazioni varrebbero per l’ufficio di direzione dei lavori che potrebbe impostare, in maniera collaborativa colla controparte, i controlli qualità in accettazione e nell’esecuzione, oltre che quelli finali per le diverse attività/lavorazioni finalizzate al l’emissione dei SAL.
Analogo discorso vale per le commissioni di collaudo in corso d’opera.
Tra l’altro, a proposito di LOD e di LOIN, vi è la possibilità, per i diversi oggetti nei modelli informativi, di differenziare lo sviluppo della parte alfa-numerica rispetto a quella geometrico-dimensionale, cosicché alcune scelte tecnologiche potrebbero risultare già vincolanti nelle fasi precedenti la progettazione esecutiva.
Di fatto, le proprietà alfa-numeriche associate ai singoli oggetti sono decisive tanto per effettuare le diverse simulazioni progettuali relative, ad esempio, ai modi di funzionamento strutturale ed energetico quanto per la determinazione delle specifiche che qualificano i componenti previsti nel progetto e le loro modalità di realizzazione.
La configurazione dei modelli informativi sotto il profilo alfa-numerico fa sì che il sistema dei controlli qualità attuabile da parte della direzione dei lavori risulti, perciò, particolarmente importante, oltre a tutto poiché le registrazioni svolte dalla direzione dei lavori possono essere notarizzate attraverso i registri distribuiti, così da rendere i dati rilevati immodificabili.
È chiaro, quindi, che sia opportuno formare gli uffici di direzione dei lavori al fine di pretendere dai progettisti la configurazione di modelli informativi disciplinari e aggregati o federati che consentano la generazione automatica delle condizioni tecniche dei capitolati speciali di appalto, da connettere, durante l’esecuzione dei lavori, con le rilevazioni digitali attuate tramite tablet, scansioni e sensori.
Tale sistema responsabilizzerebbe ulteriormente gli uffici di direzione dei lavori e le commissioni di collaudo in corso d’opera nell’accertamento degli impegni contrattuali.