Lo studio di architettura MBAA dell’architetto Michele Bondanelli, sviluppa progetti di recupero e valorizzazione paesaggistica e recentemente si è concentrato anche sul recupero di materiale da demolizione finalizzato alla riqualificazione di impianti sportivi.
Come spiega Bondanelli, “lo studio MBAA è composto da quattro figure professionali che si occupano di tutto il processo della progettazione. Il nostro team di progetto che si compone di uno specialista di rilievo e gestione dei dati laser scanner, un modellatore e sviluppatore di elementi 3D specifici, un responsabile del progetto strutturale e un capo progetto che coordina e gestisce la commessa, viene poi di volta in volta implementato con figure specialistiche per rispondere al meglio ad ogni specificità e complessità che si dovrà affrontare nella progettazione”.
Lo studio MBAA pone al centro del processo creativo la capacità delle persone di sviluppare un pensiero utile alla ricerca della soluzione.
Ogni team di progetto si basa su quattro fasi fondamentali ascolta, costruisci, condividi, rifletti dove ogni componente del team contribuisce a formare le opportunità del progetto che verranno concretizzate nella fase delle scelte condivise con la committenza.
Questo approccio ha trovato nella metodologia Bim una importante evoluzione e uno strumento molto importante per la gestione dei flussi sia di concept sia di produzione dei diversi livelli di sviluppo del progetto.
Dal 2019 lo studio MBAA ha anche ottenuto la certificazione ISO9001:2015 con specificità sulla progettazione di opere di restauro e conservazione.
“Il nostro studio – spiega Bondanelli – ha intrapreso un importante passaggio alla progettazione 3D nel 2012, adottando soluzioni di progettazione e rappresentazioni basate su modelli tridimensionali, impiegando quasi esclusivamente rilievi laser scanner e fotogrammetria 3D per la rappresentazione dell’esistente. Il secondo step di questo percorso è stato nel 2017 quando si è iniziato il percorso di implementazione della metodologia BIM, in primis investendo su percorsi formativi specifici e poi con la scelta (non facile) del software di authoring”.
Nel 2018 con un importante investimento hardware lo studio ha acquistato la prima licenza di Archicad Start Edition di Graphisoft per poi passare ad Archicad 22. Il passo successivo in programma è quello di implementare e strutturare BimCloud all’interno del sistema server dello studio.
Un aspetto importante per lo studio MBAA è la continua formazione su cui investe particolarmente soprattutto per approfondire gli aspetti più pratici di utilizzo del software Archicad e quelli della metodologia Bim, focalizzandosi particolarmente sulle tematiche legate all’interoperabilità.
“I principali vantaggi che oggi troviamo nell’impiego del Bim è la gestione delle revisioni del progetto e nella rapidità nel passaggio delle diverse fasi di progettazione. Al momento stiamo utilizzando Archicad 23 in abbinamento con BIMx Pro. Ancora non abbiamo avuto modo di implementare concretamente Twinmotion ma ne apprezziamo molto la sua potenzialità. A seguito dell’emergenza sanitaria stiamo anche testando BIMcloud ma ancora non è entrato completamente nel nostro processo. Per sviluppare meglio i processi BIM abbiamo scelto un progetto pilota su cui sviluppare e sperimentare costantemente e devo dire che anche grazie all’uso di Archicad stiamo sempre più ottenendo importanti risultati”.
Un progetto pilota è stato individuato nel restauro e recupero dell’ex chiesa di San Giovanni ad Argenta (Ferrara) su cui lo studio ha avuto la possibilità di sperimentare e sviluppare mettendo bene a fuoco l’utilizzo della metodologia BIM in tutte le discipline del restauro, dal rilievo geometrico all’analisi stratigrafica.
Il progetto prevede un intervento di consolidamento delle coperture e interventi di riduzione della vulnerabilità sismica. Questo è il primo step dell’intervento che porterà al completo recupero della fabbrica in un secondo momento.
Il progetto di recupero è partito nel 2013 con una messa in sicurezza e quindi è stato decisivo sviluppare il progetto con metodologia Bim per gestire nel tempo tutte le fasi necessarie che porteranno alla completa rigenerazione dell’ex chiesa.
“In un progetto di edilizia storica” – spiega l’architetto – “il nodo principale è sempre quello di rappresentare in modo corretto le geometrie che caratterizzano la fabbrica. I nostri standard di rappresentazione erano già ben definiti e caratterizzati da un segno grafico molto particolare quindi abbiamo cercato di risolvere alcune criticità legate soprattutto agli apparati decorativi e sulle importanti deformazioni che caratterizzano alcune compagini murarie. Una volta definito il giusto compromesso abbiamo dovuto affrontare il tema di correlazione degli interventi, molto spesso puntuali, alle diverse linee di finanziamento ed alle diverse categorie che ogni finanziamento prevede”.
In questo progetto l’utilizzo di Archicad è risultato fondamentale sia per la gestione delle nuvole di punti sia per la modellazione degli apparecchi murari caratterizzati da deformazioni anche importanti. La possibilità poi di realizzare tutto l’apparato architettonico in Rhino e implementarlo in Archicad ha permesso allo studio di poter costruire un modello geometrico rappresentativo completo e molto dettagliato.