Il progetto di norma EN 17412 tratta di uno dei temi più delicati per quanto concernerà i rapporti contrattuali tra la Domanda Pubblica e l’Offerta Privata: il progetto di norma sovranazionale tratta i cosiddetti LOIN (Level of Information Need), vale a dire ciò che la serie normativa UNI EN ISO 19650 definisce livelli di fabbisogno informativo.
Si tratta, in questa sede, della necessità di introdurre, nel capitolato informativo, una metrica tesa a valutare i contenuti informativi minimi richiesti per l’Information Management nel corso dell’evoluzione di un procedimento tecnico-amministrativo legato a contratti pubblici.
Tali livelli erano sinora noti come LOD, un acronimo, già sotto la denominazione di Level of Progression, di stampo statunitense, che, in realtà, sta a significare nozioni diverse con scale differenti: ad esempio, il livello di dettaglio geometrico-dimensionale oppure il livello di definitività di una decisione.
I LOIN potrebbero forse, pur sorgendo da una norma internazionale, essere considerati come la risposta europea (continentale) ai LOD.
Per sintetizzare, tali livelli (i LOD), applicabili alle singole entità presenti nei modelli informativi, si articolano principalmente in componente geometrico-dimensionale e componente alfa-numerica secondo scale, appunto, sinora disomogenee (da 0-500 ad A-F).
In definitiva, LOD è una categoria evocativa di una ambizione legata alla misurazione, discreta, di una densità informativa che, di volta in volta, fa riferimento a gradi di definitività decisionale o di esaustività descrittiva.
Occorre rammentare che, di là della metrica, la finalità che ci si prefigge coi LOD è quello di dosare i contenuti informativi senza eccessi o difetti, secondo una sorta di produttivismo dell’informazione. Naturalmente, oltre al fatto che, come detto, le scale mensorie legate ai LOD, ma probabilmente anche ai LOIN, siano discrete, anziché continue, il principale punto di criticità risiede nella concezione monodirezionale della progressione della configurazione dei modelli informativi, che rende meccanicisti i processi decisionali (e, in certi casi, anche creativi) complessi.
In ogni caso, i LOD, così come, a maggior ragione, i LOIN, manifestano un intento connesso agli oggetti e ai dati, in contraddizione con un ordinamento inerente, invece, alle fasi temporali e ai documenti, come è palese per la situazione italiana relativa ai cosiddetti livelli di progettazione.
L’assetto, concettuale, ancor prima che giuridico, vigente prevede, infatti, la centralità del documento, anziché del dato, nonché una progressione del livello informativo, dal documento di indirizzo preliminare a oltre l’as built, omogeneo, mentre gli stessi LOD si articolano per entità, per oggetti, entro i modelli informativi e, oltretutto, prevedono, addirittura, la possibilità di differenziare lo stato di avanzamento per aspetti geometrico-dimensionali e alfa-numerici.
Il minimo comune denominatore dei vari sforzi consiste, comunque, nella determinazione di una scala unitaria, per quanto i contenuti analitici restino passibili di contestazioni. Il progetto di norma propone una lettura alternativa rispetto ai LOD, poiché, anzitutto, relativizza i LOIN in funzione degli obiettivi (Use).
Ciò comporta il fatto che, entro un medesimo modello e una stessa struttura di dati, ovvero utilizzandone più di una, il soggetto proponente o, comunque, il soggetto che si trova in una posizione superiore nella catena di fornitura, cessi di attendersi un modello informativo, disciplinare o aggregato (federato), in cui possa ritrovare ogni finalità, bensì si faccia parte attiva nel definire gli scopi e gli obiettivi mirati e specifici che intende perseguire con la propria richiesta formulata attraverso il capitolato informativo.
Esso, peraltro, nella versione provvisoria, distingue tra aspetti geometrici, informativi e documentali, anziché geometrico-dimensionali e alfa-numerici, solo accennando a una ulteriore esplicitazione, come discrimine, dei dati in strutturati, semi-strutturati e non strutturati.
Si tratta di riconoscere, invero, come la produzione sistematica di dati strutturati, quelli determinanti per una capitalizzazione della conoscenza e per l’efficientamento dei processi decisionali, si dimostri non di semplice realizzazione per gli operatori del settore e in che misura, a partire dal documento di indirizzo preliminare, molti dati essenziali non siano nemmeno disponibili in forma numerica (come, appunto, documentali), cosicché, sia pure con qualche incertezza, la transizione si preannuncia lunga.
Poiché, di fatto, nella maggior parte dei capitolati informativi sinora prodotti, le matrici relative ai LOD risultano richieste poco più che formalistiche, e piuttosto inutili, accompagnate da esplicitazioni sommarie degli obiettivi attesi dalla modellazione informativa, si potrebbe dubitare del grado di comprensione dei LOIN presso l’amministrazione pubblica italiana.
Al contempo, tuttavia, proprio le caratteristiche poc’anzi descritte del fenomeno, spingono a ritenere, tanto più in presenza dell’ordinamento giuridico-contrattuale esistente, che i LOD, per come sono stati sinora praticati (anche evocando, in occasione della stessa procedura competitiva, fonti eterogenee e versioni desuete), difficilmente possano essere giovevoli alla causa. Anzi, in alcuni casi, essi sono parsi prestarsi alla coltivazione, più o meno pretestuosa, dei contenziosi.
Di conseguenza, è chiaro che i LOIN dovrebbero favorire una evoluzione della maturità digitale delle stazioni appaltanti e delle amministrazioni concedenti, a meno che non siano, a loro volta, «normalizzati». È pur vero che, probabilmente, le definizioni semi-automatiche delle strutture di dati potrebbero consentire di rendere riproducibili i contenuti dei LOIN negli applicativi, ancora embrionali, tesi a configurare, o a supportare la configurazione, (de)i capitolati informativi.
Che si parli di LOD o di LOIN, a ogni buon conto, si avanza il principio secondo cui ciò che non sia, tanto più in ambito computazionale, monitorabile, controllabile e verificabile, abbia scarso significato in termini di prescrizione.
D’altra parte, le formule di scrittura computazionale dei contratti e di notarizzazione tramite registri distribuiti dei contenuti dei modelli informativi dischiuderebbero nuovi orizzonti.
Va detto, inoltre, che la normativa sovranazionale affiancherà alla norma in corso avanzato di gestazione ulteriori parti di carattere maggiormente operativo, cosicché l’applicazione dei LOIN dovrebbe risultare più agevole.