È ormai dato come fatto assodato che l’adozione della metodologia Bim comporti una serie di ricadute vantaggiose su tutti gli attori della filiera delle costruzioni.
Se infatti, da un lato, progettisti e imprese possono contare su uno strumento di straordinaria efficacia per coordinare e pianificare le attività e prevenire l’insorgere di problemi, dall’altro anche chi è chiamato a gestire e mantenere quanto realizzato può disporre di una raccolta organica e ben strutturata di tutti i dati e le informazioni necessarie per la gestione e la manutenzione.
Naturalmente una efficace applicazione del Building Information Modeling presuppone che tutte le figure professionali coinvolte abbiano maturato un adeguato livello di conoscenza di tale metodologia e dei suoi strumenti; ma la competenza delle singole persone non è di per sé sufficiente a raggiungere i risultati attesi se queste non lavorano tutte insieme nell’ambito di un’organizzazione.
Da tale considerazione è emersa la consapevolezza che il modo più efficace per le aziende di cogliere queste opportunità e dimostrare di essere in grado di gestire un progetto in Bim, è quello di adottare un sistema di gestione certificato.
Un primo passo in questa direzione è stato compiuto già nel 2017 da ICMQ che ha sviluppato una specifica tecnica tramite un gruppo di esperti scelti in rappresentanza di tutte le parti interessate nella realizzazione di un’opera con metodologia Bim, fra cui stazioni appaltanti, progettisti, organismi di certificazione e utilizzatori finali dell’opera.
Il gruppo oltre a ICMQ ha visto la presenza di varie istituzioni, committenti pubblici, enti pubblici, e ha sviluppato la specifica secondo la High Level Structure che Iso (ente di normazione a livello mondiale) ha definito per tutte le norme che trattano sistemi di gestione.
La tappa successiva ha poi visto sempre ICMQ sviluppare, in collaborazione con i principali portatori d’interesse del settore (associazioni di categoria, grandi committenti e gestori di infrastrutture), uno schema di certificazione del sistema di gestione BIM.
Lo schema di certificazione è basato sulla Prassi di Riferimento 74:2019 “Sistema di Gestione BIM- Requisiti” pubblicata da Uni a dicembre 2019 e sviluppata a partire dalla Specifica tecnica di ICMQ.
Obiettivo della UNI/PdR 74:2019, elaborata dal tavolo “Sistema di gestione BIM”, è quello di definire i requisiti di un sistema di gestione Bim (conosciuto con l’acronimo SGBIM) che un’organizzazione può attuare per migliorare l’efficienza del processo di programmazione, progettazione, realizzazione, esercizio ed eventuale dismissione dell’opera.
Lo scopo è dunque quello di fornire elementi funzionali alla certificazione del sistema di gestione Bim dell’organizzazione, sia essa affidatario o committente, rivolgendosi a tutti gli attori principali della filiera quali committenti, società di progettazione e di servizi, imprese, produttori di materiali e componenti, gestori del cespite immobile, organismi di valutazione della conformità.
La prassi è stata predisposta in coerenza con la norma UNI EN ISO 9001:2015 in modo che le organizzazioni che attuano un sistema di gestione per la qualità la possano agevolmente integrare.
Le cinque fasi del sistema di gestione Bim
I passi fondamentali per l’applicazione del sistema di gestione Bim sono stati in particolare strutturati come segue:
– comprensione del contesto e individuazione delle parti interessate: si tratta principalmente, ma non esclusivamente, del contesto tecnologico/culturale in cui si opera;
– definizione del campo di applicazione del Sistema di gestione (insieme delle attività che si intendono svolgere con l’utilizzo del BIM);
– analisi dei processi e dei rischi associati e individuazione delle misure di mitigazione;
– verifica del livello di applicazione delle misure messe in atto e della loro efficacia;
– riesame e revisione del Sistema di gestione nel suo complesso, analisi e definizione degli obiettivi.
Tra i vantaggi che la certificazione del sistema di gestione Bim offre all’azienda vi sono la possibilità di garantire al mercato che l’organizzazione è in grado di gestire la “commessa Bim” in modo corretto; di avere un accesso privilegiato al mercato nei rapporti con la committenza nazionale e internazionale; di contribuire a dimostrare, in caso di contenzioso, di aver operato in linea con i requisiti di una specifica ad hoc verificata da un organismo di terza parte; e infine, non meno importante, di qualificare il proprio brand aziendale distinguendosi dalla concorrenza.
Con il contributo di Assobim