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Bim, cosa pensano i professionisti: un’indagine di Acca Software

Acca Software ha messo a disposizione i risultati di un’indagine condotta su un campione di oltre 200 professionisti del Bim scelti tra architetti, ingegneri ed esperti operanti nel settore delle infrastrutture e dell’ingegneria civile.

La ricerca, che è stata condotta per Acca Software dall’agenzia Kickthecan, mette in luce per la prima volta le aspettative e i timori dei professionisti del settore in un momento storico in cui si staglia l’obbligatorietà del Bim negli appalti pubblici e in cui si assiste alla progressiva comparsa di nuovi player nel settore della progettazione.

L’analisi commissionata da Acca Software ha fatto emergere molti dei dubbi che si pongono oggi gli operatori riguardo ai problemi legati al Legal Bim, all’effettiva bontà della formazione e alla modellazione di stampo anglosassone che non riesce ancora a cogliere le specificità del contesto nazionale.

I limiti italiani portati alla luce

Le risposte che forniscono un’indicazione precisa e disincantata delle criticità che impediscono la piena diffusione dell’approccio Bim in Italia.

Il campione di oltre 200 professionisti interpellati ha espresso valutazioni molto interessanti rispetto all’approccio collaborativo introdotto dal Bim, mostrando un certo disincanto circa la reale trasparenza del flusso informativo e le resistenze create da alcuni attori della filiera.

Alla domanda se l’obiettivo della collaborazione sarà mai raggiunto, il 15,4% del campione risponde che “non crede si arriverà alla piena cooperazione tra attori della filiera”.

Ben il 76,6% ritiene invece che “si raggiungerà, ma con grande fatica”; e solamente il 8,0% sostiene che “si raggiungerà per forza di cose e anche con una certa rapidità”.

Tra i fattori che impediscono la diffusione del Bim su larga scala viene indicata la “generalizzata resistenza al cambiamento” (54,7%) e “una burocrazia non al passo con l’innovazione” (18,4%).

Le maggiori responsabilità di queste resistenze sono ascritte alle piccole imprese (50,2%) e dagli Enti e Amministratori pubblici (40,8%).

La questione legale e la formazione

Sul fronte legale, il Legal Bim, le fonti di criticità si fanno più nette. Alcune questioni possono infatti rappresentare elementi di resistenza nell’adozione diffusa del Bim, e tra queste vengono indicate le “problematiche legate alla proprietà intellettuale e alla gestione dei dati” (39,8%) e “il modo in cui i protocolli Bim devono essere incorporati nei contratti” (38,8%).

Entrambe le questioni costituiscono criticità rilevanti sulle quali il mercato italiano dimostra di essere ancora impreparato rispetto ad altri Paesi europei più maturi, come il Regno Unito.

Altri spunti di riflessione provengono dalle risposte relative al fabbisogno formativo dei professionisti interpellati.

Invitato a giudicare la qualità della formazione Bim reperibile attualmente in Italia, ben il 45,3% del campione giudica “scarsetta” la qualità media dell’offerta formativa, mostrando una certa diffidenza verso il fiorire di proposte commerciali a volte di dubbia bontà e non certo a buon mercato.

Rispetto alla capacità di interpretare correttamente le culture progettuali nazionali da parte degli applicativi Bim nati fuori dall’Italia, più della metà degli intervistati (54,2%) ha dichiarato che i pacchetti software sviluppati in area anglosassone e tedesca “colgono poco” le specificità del contesto nazionale e dei suoi sistemi costruttivi.

Agli sviluppatori che intendono approcciare il promettente mercato italiano del Bim, arriva dunque un’indicazione precisa.

Come afferma Guido Cianciulli, amministratore unico di Acca Software in una nota che accompagna il rilascio dell’indagine, «molte interessanti professionalità si stanno sviluppando ultimamente sul mercato italiano, che si presenta come uno dei più promettenti a livello europeo. Il nostro impegno nel seguire l’evoluzione e la maturazione del Bim esce rinvigorito dai risultati di quest’indagine che ci consentirà di collaborare in modo più efficiente con tutti gli operatori locali grazie ai loro preziosi suggerimenti».

Come è stata fatta l’indagine

L’indagine è stata condotta per la società irpina da Kickthecan su un campione di oltre 200 soggetti andando a intercettare online soltanto gli operatori esperti del Bim presenti su LinkedIn. Quindi una popolazione omogenea e professionalizzata che ha permesso fin da subito di raggiungere un target mirato e qualificato. Le persone contattate su LinkedIn sono state oltre 700. Un bacino di raccolta che ha permesso di intercettare in circa 15 giorni (da venerdì 12 maggio a domenica 26 maggio) ben 383 visitatori spontanei del questionario, al quale hanno risposto in maniera conclusiva 201 partecipanti, con una redemption superiore al 52%.
La percentuale di partecipanti all’indagine direttamente da mobile è stata del 79%, a fronte di un 21% di professionisti che hanno risposto dal Pc. La durata media della permanenza sul questionario è stata di 4,56 minuti per un totale di 23 domande complessive.
L’indagine, nel suo impianto originario, aveva una natura prevalentemente esplorativa. Quindi una pre-ricerca che non aveva l’ambizione di avvalersi di una dotazione statistica di tipo accademico, ma che ha permesso di identificare alcuni spunti importanti per un’indagine futura più approfondita e maggiormente correlata.

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