Lo studio Arsarc di Roma è stato fondato nel 2002 da Massimiliano Benga e ha puntato fin da subito ad applicare le nuove tecnologie e a sviluppare un processo di progettazione integrata. Nel 2007 entra a far parte dello studio anche Maria Antonia Russo.
Nel campo della rappresentazione lo studio ha acquisito negli esperienza nella realizzazione di modelli architettonici e urbanistici, utilizzando sia metodi tradizionali, sia nuove tecnologie, come fresa a controllo numerico, il taglio ad acqua e al laser e la stampa 3D, sia il processo Bim con Archicad.
Un traguardo nel processo di implementazione del Bim è stato il progetto della nuova sede centrale UMC in Arabia Saudita, che è stato premiato ai BIM&Digital Awards 2017 nella categoria “Edifici commerciali”.
Questo progetto introduce un processo innovativo all’interno della società committente, in quanto coniuga la rispondenza alle linee guida FCA Fiat-Chrysler (edifici “come vetrine” con grandi ed alti spazi vetrati, in cui è necessario il sovradimensionamento degli impianti HVAC) con la razionalizzazione dei costi di costruzione e di gestione richiesti, affrontando l’aspetto della sostenibilità energetica in un ambiente climaticamente sfidante attraverso un approccio LEED.
L’edificio progettato si sviluppa su 4 livelli più un livello interrato destinato a parcheggio e locali tecnici, per un totale di circa 13mila m². Piano terra, mezzanino e parte del primo sono destinati all’esposizione della concessionaria mentre la restante parte del primo piano e l’attico ospitano gli uffici.
Il design è connotato da elementi di riconoscibilità aziendale come i colori dei pannelli e gli elementi verticali inseriti in facciata, con geometrie e volumi molto caratterizzati come la rampa a forma di ellisse cuspidale che dal piano terra collega i piani superiori ed il grande parallelepipedo, pensato per ospitare impianti, servizi e locali tecnici, che taglia l’edificio orientato verso La Mecca.
Una particolare attenzione in questo progetto è stata riservata alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico con una notevole riduzione dei consumi e dei costi di manutenzione dell’edificio nel suo ciclo di vita.
Come spiega Massimiliano Benga in una nota, l’obiettivo perseguito è stato realizzare un edificio Smart, compatibile con i protocolli LEED e certificabile in una seconda fase. L’unico strumento in grado di perseguirlo era il processo Bim, con la realizzazione di un unico modello, condiviso tra i vari soggetti, in cui sono confluiti tutti i dati e le informazioni progettuali.
«Ciò ha permesso un totale controllo del progetto nella fase preliminare e definitiva, una riduzione degli errori e delle interferenze tra le differenti discipline progettuali che ha permesso di individuare ed eliminare infinite criticità molto prima della cantierizzazione, e una tempistica più rapida per l’ottenimento delle autorizzazioni. L’utilizzo di Archicad ci ha permesso di creare un “edificio virtuale” utilizzando elementi strutturali “reali” e una grande varietà di oggetti parametrizzati, consentendo inoltre una rappresentazione sia 2D che 3D con aggiornamenti degli elaborati in tempo reale”.